Babbyoni di Scozia, non è il titolo di un film sulle Highland ma la prima trasferta all’estero degli Old Babbyons. Trasferta che rimarrà nella nostra memoria per sempre. Un primo gruppo parte giovedì 16 marzo mentre il giorno di San Patrizio, con il rischio di uno sciopero dei voli aerei, parte il resto della squadra. Poco prima delle 7 di mattina, l’aeroporto di Malpensa inizia a tingersi di rosa ed alle 9 finalmente saliamo a bordo per partire in perfetto orario.

Alle 11:36 il Capitano in rosa e l’allegra brigata mette piede sul suolo scozzese, con tanto di bacio al suolo del tesissimo Abraham ( che non gradisce molto l’aereo) stile papa per intenderci.

Dopo l’aereo, il tram ed arriviamo finalmente al residence. Il tempo di posare le valigie ed inizia il tour per Edimburgo. Alcuni entrano nel castello, altri visitano i quartieri di Edinburgo il tutto senza pioggia, in “barba” alle previsioni.

Arriva il giorno della partita e ci dirigiamo verso il campo degli Edimburgh Northern R.F.C. situato nell’Inverleith Park. Un parco pubblico con 6 campi da rugby sparsi qua e la…. come in Italia.

Ci accolgono in Club House i padroni di casa dell’Edimburgh Northerm R.F.C., società fondata nel 1920. Colori delle maglie a strisce orizzontali in Blu Navy e Giallo Oro, con tanto di galletto sulla maglia.

Entriamo negli spogliatoi e iniziamo a cambiarci. Pronti i caschetti, i paradenti e dopo esserci incerottati per benino ci avviamo verso un campo speciale in quanto quello utilizzato normalmente dai vecchi scozzesi è un po mal messo per via delle piogge dei giorni precedenti.

Il campo che accoglierà le due formazioni è lo storico Raeburn Place dove il 27 March 1871 fu disputata la prima partita della Scozia contro l’Inghilterra vinta dai padroni di casa.

Inizia il match i Babbyoni portano subito l’ovale nei 22 avversari. Gli scozzesi prese le misure iniziano subito a far girare la palla, raddoppiando sempre il gioco. I nostri tentano qualche giocata ma la rapidità e qualità degli avversari è di un altro livello. Non che avessimo aspettative diverse….

Il povero Claude, mediano di giornata, fatica e non poco a far ripartire il gioco. Ogni volta che alza la palla, aveva addosso un paio di scozzzesi assatananti.

Bruno fa il possibile, come tutti ma il livello è veramente alto. Il primo tempo ci hanno gonfiati come una cornamusa mentre nel secondo, a parte qualche errore, i Babbyoni reggono meglio l’impatto.

Inizia il terzo tempo, ma non quello con la pinta in mano, e gli scozzesi riprendono la loro marcia triofale con tanto di realizzazioni post mete.

Nell’ultima azione i Babbyoni con il nostro Metro sfiorano la meta della consolazione ….. ma neanche quella. Alla fine i galletti battono gli opossum 50 punti a 0….. ma quante glie ne abbiamo dette….

Dopo una doccia bollente inizia il terzo tempo che ci riesce meglio. Pranzo offerto dai padroni di casa arricchito da un po di vettovaglie portate dall’Italia, molto apprezzato dagli amici d’oltre manica.

Con il terzo tempo si cantano gli inni di Italia e di Scozia in Club House ed è uno spettacolo. Sentirli cantare Flower of Scotland è di un certo effetto.

Ultima giornata del 6 nazioni da vivere insieme agli scozzesi, contenti per la vittoria sull’Italia (e per poco ci siesce il colpo gobbo) e dire contenti per la vittoria dell’Irlanda sull’Inghilterra.

La domenica i gruppi dei Babbyoni si dividono per visitare diverse attrazioni di Edimburgo e dintorni e si ritrovano per l’ultima cena in terra di Scozia e come da previsioni e da aspettative inizia a piovere. Pioggia che porta via malinconicamente l’ultima giornata di una trasferta straordinaria, in compagnia non di compagni di squadra ma di fratelli.

Il lunedì mattina, fatti i bagagli si riparte forse con la voglia di tornare a casa ma sicuramente di ritornare in questa terra meravigliosa come meravigliosi lo sono i suoi abitanti.

Irish

P.S.: Un particolare ringraziamento per essersi fatto un Bari-Milano-Edimburgo e ritorno per giocare con i Babbyoni a Guido Squatterino Greco e a Riccardo Amato direttamente dall’Umbria per la compagnia.

Un grazie anche alle badanti che hanno accompagnato gli anziani Bruno e Naza e Pedo